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21 marzo. Giornata Internazionale delle Foreste e Poesia.
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Omaggio alla poesia Pablo Neruda qualificato Nato a foreste:
Quando il riso si ritira dalla terra
granelli di sua farina,
quando il grano si indurisce i suoi piccoli fianchi e la solleva
affrontare mille mani,
il pergolato dove le donne e gli uomini sono legati vado,
a toccare l'innumerevole mare
quello che continua.
Io non sono il fratello utensile nato nella marea
come in un presepe di madreperla combattuta:
non trema nella regione delle spoglie morenti,
non si svegliano nel colpo di stato del buio spaventato
da rauca picciolo campana improvvisa,
Non posso essere, Io non sono il passeggero
sotto la cui scarpe gli ultimi fortini del pulsare del vento
e rigida restituire le onde del tempo di morire.
Io porto in mano colomba reclinata dormire in esso-
milla
e il suo spessore fermento di calce e sangue
vive nel mese di agosto,
vivere il mese estratto della sua tazza profonda;
con la mia mano ho Rodeo nuova ombra ala cresce:
radice e penna per formare la mattina spessa.
mai declina, o dal balcone di mani di ferro,
o in inverno marittima di abbandono, né nel mio passo
in ritardo,
l'immensa caduta di crescita, o la palpebra vuole
essere aperto:
perché sono nato a nascere, per racchiudere il passaggio
di ciò che si avvicina, quanto il mio petto colpisce come un
nuovo
cuore tremante.
vite reclinate con la mia tuta come piccioni parallele,
o contenute nella mia vita e nel mio disordinato
suono
di essere ri, di cogliere l'aria foglia nuda
la nascita e la terra umida nella corona: su
quando
Devo tornare ed essere, anche quando l'odore
dei fiori sepolte, delle onde schiacciati
su pietre alte, tenermi loro patria
per la ri-furia Profumo?
Quando la mano nella foresta pluviale
Mi viene con tutti i suoi aghi
a tessere baci elevati fogliame?
di nuovo
Sento avvicinarsi come il fuoco in fumo
nato dalla cenere Terra,
luce riempita con petali,
e mettendo da parte terreni
in un fiume di orecchie il sole raggiunge la bocca
vecchio strappo sepolto ritorna a seme.